IL PROGETTO “ABREAST IN A BOAT”
A partire dalla fine degli anni Novanta, il progetto “Abreast in a boat” porta alla luce la rilevanza e gli effetti benefici di attività come il Dragon Boat per le donne operate di tumore al seno.
Il progetto nasce dall’iniziativa di gruppo di medici guidati dal Dr. Mc Kenzie, specializzato in medicina sportiva e fisiologia dell’allenamento presso il Centro di Medicina Sportiva dell’Università della Columbia.
Il suo obiettivo era quello di smentire la teoria secondo cui le attività sportive che coinvolgono la parte superiore del corpo con movimenti ripetitivi possono provocare dei danni nelle pazienti oncologiche. Si sosteneva infatti che questo tipo di discipline favorissero il linfedema, un doloroso rigonfiamento nelle zone del torace e delle braccia, che si presenta come conseguenza dell’intervento chirurgico.
Per dimostrare la sua teoria, il Dr. Mc Kenzie e il suo gruppo fecero allenare al Dragon Boat 24 donne che avevano subito un intervento chirurgico per tumore al seno, che 6 mesi dopo riuscirono a competere all’International Dragon Boat Festival di Vancouver. Nessuna di loro ebbe problemi relativi al linfedema, smentendo le teorie prevalenti a quel tempo.
Poco dopo, nel 1997, nacque il movimento delle Breast Cancer Survivors, che negli anni ha portato alla nascita di centinaia di squadre che si allenano e gareggiano in tutto il mondo, testimoniando l’efficacia di questo sport dal punto di vista sia fisico che psicologico, in quanto richiede lavoro di squadra e cooperazione tra compagne.
I BENEFICI DELLE DONNE OPERATE DI TUMORE AL SENO
Gli studi sopracitati dimostrano che il muscolo scheletrico sintetizza e rilascia una serie di molecole, di nome miochine, sia durante che dopo l’esercizio fisico.
Queste molecole modulano la risposta infiammatoria sistemica in quanto inducono la produzione di citochine anti-infiammatorie, che inibiscono la produzione del fattore di necrosi tumorale.
Questa importante azione antinfiammatoria nelle donne operate di tumore al seno è in grado di attenuare in modo rilevante alcune fastidiose sintomatologie e migliorare nel complesso la qualità della vita della paziente, anche attraverso una riduzione della sensazione di fatica nello svolgimento delle attività quotidiane.
Lo studio eseguito conferma quindi che il muscolo scheletrico può essere considerato come un organo endocrino che produce e rilascia miochine, e sottolinea gli effetti benefici dell’esercizio fisico sulla salute dei soggetti, in particolare su donne operate di tumore al seno.
RELAZIONE TRA SEDENTARIETÀ
E TUMORE AL SENO
Una nuova ricerca pubblicata sul British Journal of Sports Medicine conferma la relazione tra attività fisica e prevenzione del tumore, evidenziando in particolare come fare movimento abbassi il rischio di tumore al seno.
Sebbene già vari studi avessero dimostrato la correlazione tra inattività e rischio oncologico, la nuova metodologia utilizzata, basata sulla randomizzazione mendeliana, ha permesso di confermare come uno stile di vita sedentario possa essere la causa del cancro al seno.
130.957 donne, dopo aver indossato un particolare rilevatore di movimento al polso, sono state sottoposte a 76 studi del Breast Cancer Association Consortium (BCAC): 69.838 avevano tumori invasivi, 6667 tumori in situ e 54.452 non avevano il tumore al seno.
Sono poi stati considerati ulteriori fattori, come il tipo di cancro, lo stadio, e il grado di anomalia delle cellule tumorali, oltre l’ingresso o meno in fase di menopausa. I risultati della ricerca hanno evidenziato come un livello maggiore di attività fisica fosse associato ad un rischio inferiore del 41% di cancro al seno invasivo, indipendentemente dallo stato della menopausa e dalle caratteristiche del tumore. Un’attività fisica svolta 3 o più volte a settimana era associata ad un rischio inferiore del 38% di cancro al seno; infine si è dimostrato che uno stile di vita sedentario è correlato a un rischio del 104% più alto di cancro al seno triplo negativo.
Le spiegazioni biologiche di tali nessi causali collegano condizioni come sovrappeso/obesità, disordini del metabolismo, disfunzioni ormonali e infiammazione allo sviluppo di tumori. Dunque è fortemente consigliato ridurre la sedentarietà per diminuire l’incidenza di nuovi casi di cancro al seno.